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EX_PATRIA
Marta Czok
A cura di Jacek Ludwig Scarso

 

Dal 26 Marzo 2024, Project Space, Venezia
542-544 Campo Rialto Novo, 30125 VE
Mercoledi-Sabato 16:00-19:30 ingresso gratuito


 
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Note Curatoriali

In risposta alla tematica della Sessantesima Biennale Arte “Foreigners Everywhere”, la Fondazione Marta Czok presenta EX_PATRIA, con il patrocinio dell’Ambasciata di Polonia a Roma: una collezione di opere recenti e storiche di Marta Czok, dagli anni Ottanta ai giorni odierni, che riflettono sulla costruzione del concetto di patria e sulle ideologie che rendono tale concetto ambiguo. Da un lato, la patria è conforme al bisogno di chiamare un posto “casa” e di sentire che tale casa è concepita per proteggere i diritti e garantire un livello di vita adeguato.  Dall’altro, la costruzione di questo concetto comporta l’identificazione del “confine”, la barriera fisica e metaforica che implica la distinzione del sé dall’altro. La migrazione, l’asilo politico, la xenofobia, il populismo nazionalista si confrontano con questo principio, rafforzandone il significato simbolico e la vera esperienza di che ne vive le conseguenze. In queste opere troviamo il divario fra chi ha necessità di cambiare sede e chi ha potere di determinarne il destino: le politiche di guerra, le burocrazie transnazionali, l’impatto di un’economia globale si mischiano, rendendo ancor più vulnerabili coloro che rimangono in bilico: senza casa, senza diritti, senza patria.

Il lavoro di Marta Czok si sviluppa di pari passo con la sua identità “senza patria”: nata in Libano nel 1947, Marta Czok proviene da una famiglia di rifugiati politici polacchi: la famiglia di sua madre, all’inizio della guerra, risiede nella città di Ostrog, ora parte dell’attuale Ucraina, e viene deportata in Siberia, prima di riunirsi all’esercito polacco e agli Alleati. Negli orrori della Seconda Guerra Mondiale, i suoi familiari vengono sottoposti a campi di prigionia, lavori forzati ed il massacro di Katyn, dove 25000 ufficiali e membri dell’Intellighenzia Polacca, tra cui suo nonno Stanislaw Zurakowski, vengono fucilati per mano sovietica. Durante e all’esito della Guerra, la sua famiglia si trova in Medio Oriente: in Iran, in Libano, in Palestina, poi di ritorno in Libano, prima di arrivare in Egitto. Il loro sperato ritorno in Polonia però non è possibile e trovano asilo politico a Londra, dove ricominciano da nullatenenti e dove cresce Czok, fino poi a trasferirsi in Italia negli anni settanta.

L’infanzia di Marta Czok è segnata da questi eventi, perché l’impatto della guerra continua nelle storie raccontate dai suoi familiari, nella precarietà di un inizio alla vita come rifugiata, nella paura di un’ulteriore deportazione e di nuovi conflitti che possano nascere da un momento all’altro.

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